A discapito dell'apparenza, del fisico massiccio e ben impostato, dello sguardo truce e sanguinolento, Da Mangla (o "The Mangler", come egli ha più volte pregato i giornalisti locali di rettificare - senza molto successo peraltro) è un Orco Nero dall'animo dolce e sensibile. Tra i suoi interessi abbiamo la pittura, la musica e la lettura (il suo libro preferito è "Va' dove ti porta il cuore"). Ama fare lunghe corse nei campi, seguite da deliziosi pic-nic sotto il sole.

Il suo arrivo nel truculento mondo del Blood Bowl avviene, come nella migliore delle tradizioni, per caso. Viene notato da Stuntiestompa e gli altri Orki Neri dei Green Boyz una sera in un locale del centro, e convinto con le lusinghe di elevati guadagni (il denaro è un valore che è difficile non apprezzare, anche per un Orco Nero sensibile e delicato).

Quello che ha lasciato tutti attoniti e stupefatti è stata la sua prima intervista, nel giorno della presentazione: alla domanda "riuscirai a non far rimpiangere Da Rock?" egli ha risposto "Prometto al presidente, ai miei compagni e a tutti i tifosi dei Green Boys che farò del mio meglio per condurre la squadra ai traguardi più prestigiosi che l'abilità e la fortuna ci consentiranno di raggiungere". Inutile aggiungere che nessuno dei cronisti pelleverde convenuti ha capito una sola parola.

Interrogato sulla sua futura posizione in campo ha dichiarato:
"Per quanto il coach mi abbia anticipato che mi troverò frequentemente ad operare sulla linea di scrimmage, pur garantendo il massimo impegno in tutte le occasioni nelle quali verrò impiegato in cotale posizione, il mio vero sogno è quello di poter giocare come quarterback, ruolo che ritengo molto più adatto alle mie capacità. Ovviamente mi rendo conto che il ruolo sia già occupato dal signor Butterfingers, che gode peraltro di tutta la mia stima ed ammirazione per quanto ha saputo dare alla squadra in tutti questi mesi di intensa attività agonistica, ma col tempo spero di riuscire a "carpire" alcuni dei suoi segreti, in modo da poter un giorno giocare al suo fianco a testa alta, senza patire più quel complesso di inferiorità che non nego di provare ogniqualvolta, in allenamento o in gara, gli vedo eseguire lanci balisticamente perfetti".

Il commento del coach: "Oh, ma kwezto dofe lo afete pezcato?"

[Nella foto, Da Mangla mentre si appresta ad un lancio]